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Quella degli studi italiani, secondo Alberto Cirese, uno dei suoi maggiori esponenti, può essere considerata “una vicenda periferica ma forse non irrilevante”. In Italia attualmente si parla di demo-etno-antropologia, a testimonianza dei percorsi di ricerca seguiti. Questi si muovono in tre ambiti: la demologia, l’ etnologia e l’ antropologia culturale, indirizzo mutuato dall’ antropologia culturalista statunitense.
Alberto Cirese ha elaborato la teoria dei dislivelli di cultura, secondo cui lo studio delle manifestazioni folkloriche si colloca all’ interno di un progetto più ampio di analisi dei processi di circolazione culturale e della loro connessione dinamica con i rapporti, in Italia, tra classi dominanti e classi subalterne.
Altro esponente importante della tradizione disciplinare italiana è Ernesto De Martino, ricordato tra le altre cose per il suo etnocentrismo critico, secondo il quale bisogna sforzarsi di allargare la propria coscienza culturale di fronte ad ogni cultura “altra” rendendosi conto dei limiti della propria storia culturale, ma senza rinunciare all’ idea del primato della società occidentale.