L’Annunciazione di Cestello è un dipinto a tempera su tavola (150X156 cm) di Sandro Botticelli, databile al 1489-1490 circa e conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze.
Analisi dell”annunciazione di Cestello di Sandro Botticelli
L’Annunciazione di Cestello, quadro di Sandro Botticelli è un dipinto a tempera realizzato nel 1489 dal ben noto maestro del Rinascimento italiano.
L’Annunciazione di Cestello è un quadro ospitato nella Galleria degli Uffizi di Firenze e fa parte della collezione dal 1872.
Il quadro fu commissionato nel maggio del 1489 per decorare la cappella del monastero di Cestello di Firenze, che ora è conosciuto come Maria Maddalena de ‘Pazzi a Santa.
Il soggetto del dipinto è l’Annunciazione, in cui l’angelo Gabriele visita alla Vergine Maria per dirle che lei è stata divinamente impregnata e che porterà il Cristo bambino. Sotto al dipinto sulla sua cornice originale sono parole in latino da San Luca (del Vangelo) “Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà”.
Il tema dell’Annunciazione di Cestello è un tema comune nell’arte cristiana ed è stato descritto da molti artisti, in più formati, e in diversi periodi di tempo.
Analisi complessiva dello scenario dell’annunciazione di Cestello
La scena è la seguente: potete vedere l’angelo a sinistra e la Vergine a destra e in basso l’Eden perduto, punti caratteristici dell’iconografia dell’Annunciazione.
Una finestra ci permette di vedere un vasto paesaggio sullo sfondo. La prospettiva è molto presente. Il punto di fuga è situato nel centro dell’orizzonte, si trova leggermente sopra il centro del tavolo.
Da notare la volontà di Botticelli per dare il paesaggio posteriore della finestra un ruolo secondario.
La luce gioca un ruolo minore nel dipinto dell’annunciazione, a quanto pare relativamente diffusa, possiamo però vedere l’ombra del proiettata Gabriele alla terra.
Analisi del ruolo dell’angelo nell’annunciazione di Cestello:
L’angelo è qui veramente in ginocchio davanti alla Vergine. La Vergine è in una posizione inusuale ma piena di grazia. La figura dell’angelo è rassicurante.
Il paesaggio dalla finestra si estende molto lontano e si tratta di un paesaggio idealizzato, che rappresentail pardiso perduto, il Cristo che comparirà.
Vediamo una giovane quercia, pianta sacra ai Greci e Romani. La quercia simboleggia il tempo infinito, mentre la dimensione del paesaggio rappresenta l’infinito spaziale.
L’angelo tiene in mano un giglio, di colore bianco, e quindi la purezza e la verginità, riferendosi a quella di Maria.