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Forte Diamante, gli imperiali e la Repubblica di Genova

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Nei primi mesi del 1747 fu subito chiaro che il controllo del settore tra i due Fratelli di Forte Diamante fosse di vitale importanza, così mentre la Repubblica fortificava i punti di resistenza per fronteggiare l’assedio, anche gli imperiali si premunirono contro eventuali contrattacchi nemici e allestirono sulla cima del monte Diamante una ridotta di forma stellare contornata da palizzate e una batteria d’artiglieria, poco sotto verso Campi.

Le opere realizzate dagli imperiali furono poi riutilizzate a scopo difensivo dai genovesi, modificandone l’orientamento. Oggi la vetta del monte è dominata da Forte Diamante concepito Da Sicre come posizione avanzata per controllare le valli sottostanti. Nel 1756 furono approvati disegni di progetto del Forte, opera i De Cotte, e si diede inizio ai lavori, che dopo un’iniziale sospensione, grazie al generoso contributo del marchese Durazzo, furono ultimati nel 1758. Nel 1748 dopo il ritiro degli imperiali la Repubblica decise di rafforzare la difesa di questo settore. Le tracce di una ridotta sono visibili all’interno di un’area recintata nei pressi dell’Oratorio della Madonna della Guardia. Era costituita da un ampio terrapieno rettangolare di circa cinquanta metri di lunghezza e conteneva al suo interno altri due terrapieni sovrapposti l’uno all’altro. Le muraglie difensive erano realizzate con gabbioni e palizzate. La ridotta era collegata con trinceramenti ad una ridotta posta dirimpetto, in località Serra di Bavari nel giugno 1747, si accamparono sull’attuale campo sportivo. Nella zona compresa tra il Castellaro di Bavari e monte Poggiasco esistono tracce di una vasta opera campale su monte Castellaro, braccamenti sulla sella tra Castellaro e Paggiasco e di una piccola ridotta su quest’ultimo.


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