Autore: J. M. W. Turner
Anno: 1845
Tecnica utilizzata: olio su tela
Dimensioni: 91.4 cm × 121.9 cm
Dove si trova: Tate Britain, Londra
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Analisi del quadro “Alba coi mostri marini” di William Turner
Turner ha creato questo dipinto nella città costiera di Margate, all’incirca nel 1845, verso la fine della sua carriera.
Il dipinto raffigura un’alba di color giallo-vago su un mare grigio turbolento. In agguato in basso a sinistra vi sono vortici di colore rosa e rosso, identificabili come mostri marini.
Al di là di questi elementi di base, però, le interpretazioni su questo quadro sono la fonte di molto studio e ancora aperte. La Tate Gallery sostiene che i “mostri” si limitino solo al pesce centrale. La Tate e altre fonti ipotizzano che le altre macchie potrebbero essere una parte di una rete da pesca.
Il critico James Hamilton ipotizza che la nebbia possa nascondere un battello a vapore guidato consumato da pesci giganti o balene, che sono stati oggetto di molte delle ultime opere di Turner. Questa teoria del battello a vapore è coerente con l’interpretazione di molte altre opere successive di Turner, come risposta ai cambiamenti tecnologici apportati dalla rivoluzione industriale. Michael Bockemühl suggerisce che i vortici si combinano per formare un unico colosso con grandi occhi e la bocca aperta che sta nuotando verso l’osservatore, da confrontare con le creature mostruose nelle acque del famoso quadro di Turner “Nave negriera”.
Un’interpretazione alternativa è che non c’è nulla, o almeno nulla corporeo. Gunnar Schmidt sostiene che il quadro ha due zone: il cielo dal sole “caldo” e la parte più scura, acquatica, il tutto senza nessuna forma o limite .
Elizabeth Ermarth va oltre, affermando che nel dipinto si ha “quasi tutto come un astrattismo, rappresentazioni dello spazio come pura atmosfera, come puro mezzo di luce “.