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Riassunto breve sulla rivoluzione americana – appunti di storia

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guerra-di-indipendenza-americana-riassunto

Abbiamo deciso di pubblicare questo riassunto riguardante la rivoluzione americana perchè abbiamo ritenuto l’appunto piuttosto completo e facile da capire nonostante la sua brevità.

Riassunto sulla rivoluzione americana:

Mappa concettuale rivoluzione americana

La rivoluzione americana è il conflitto che oppose tra il 1776 e il 1783 le 13 colonie britanniche in
terra nord-americana alla madrepatria, concludendosi con la costituzione delle colonie in uno Stato
interdipendente i cosiddetti Stati Uniti d’America. L’ America settentrionale, ricoperta da foreste
ed abitata da tribù che vivevano in semplicità, diventò territorio di conquista già a partire dalla fine
del 1500. Infatti la necessità per le popolazioni europee di procurarsi delle pellicce spinse molti a
ricercare questa merce pregiata. Così a partire dal XVI secolo, sulle coste atlantiche dell’ America
del Nord si erano insediati coloni olandesi, francesi ed inglesi dediti al commercio delle pellicce.
C’erano quindi anche gli inglesi e la loro colonia era cresciuta, poiché si erano aggiunte tutte
quelle persone che erano state perseguitate in Inghilterra per le loro opinioni politiche e religiose,
durante la dittatura di Cromwell, ed ora cercavano un territorio lontano, in cui vivere in pace e
liberamente. Il più famoso gruppo di emigrati sbarcò a Capo Cod nel dicembre 1620. Erano 102
puritani ( “setta” religiosa ) in cerca di una terra dove poter pregare in pace e libertà, giunti da
Plymouth sulla nave Mayflower. Questo fu l’atto di nascita delle colonie Americane. Prima di
toccare la nuova terra giurarono di restare uniti e di sottomettersi alle regole stabilite “per il bene
di tutti”. Quest’accordo conteneva il principio della uguaglianza politica, ecco perché i pellegrini
del Mayflower sono considerati i padri fondatori della democrazia americana. Per questo motivo
gli inglesi occuparono un territorio sempre più vasto. Alla metà del XVIII secolo, le colonie erano
diventate 13, con quasi due milioni di abitanti. La società coloniale somigliava a quella europea,
ma le differenze erano meno profonde. Nelle colonie inglesi del Sud il potere era nelle mani dei
grandi proprietari terrieri, ricchissimi grazie alle loro immense piantagioni di cotone e tabacco in
cui lavoravano schiavi e negri, presi dalle coste africane. Ma nelle altre colonie la popolazione era
formata da piccoli agricoltori indipendenti, che costituivano il 90% del totale dei coloni: gli altri
erano mercanti, marinai, artigiani, armatori etc. Vivevano in piccoli villaggi, dalle case modeste e
in gran parte di legno. Le città erano poche, la più grande era Filadelfia. I coloni erano
religiosissimi, tanto che l’influenza del pastore religioso sulla comunità era molto forte, e la lettura
della Bibbia una delle consuetudini quotidiane. I rapporti fra gli abitanti delle colonie e la
madrepatria (Inghilterra) non erano molto buoni. Ogni colonia, che disponeva di una propria
assemblea elettiva, avrebbe voluto governarsi da sé; e invece i governatori nominati da Londra le
tenevano sotto controllo. Sul piano economico, poi, il contrasto era assoluto. Per il governo
inglese, i territori americani dovevano soltanto fornire materie prime (grano, legname, pellicce,
ferro) ed essere un mercato per la produzione inglese, senza possedere industrie coloniali.
Dovevano insomma vendere le materie prime delle colonie all’ Inghilterra, importare i manufatti
dalla madrepatria stessa e pagarli ad un prezzo fissato dagli inglesi. Una situazione questa, che non
poteva durare nel tempo. Fin quando i coloni ebbero bisogno di essere protetti dall’ Inghilterra,
contro i francesi che li circondavano, sopportarono a malincuore. Dopo le guerre coloniali con la
Francia, la minaccia svanì. La guerra contro la Francia era costata una cifra colossale. Per
raddrizzare il proprio bilancio, il governo inglese introdusse numerose tasse, alcune delle quali
colpivano solo le colonie. I coloni reagirono prontamente, facendosi sentire contro il parlamento di
Londra, non ritenendo giusta la decisioni di sottostare alle tasse da parte dell’Inghilterra. Difatti,
nel parlamento inglese non c’erano deputati che rappresentavano le colonie, per cui non c’era
nessun diritto a tassarli. La protesta impressionò il governo e le tasse furono cancellate, tranne il
dazio (tassa) sulle importazioni del “tea”, mantenuto per affermare che, comunque, il parlamento
inglese aveva il diritto di tassare le colonie americane. Nel 1773, per ribellarsi un gruppo di
americani travestiti da pellirosse gettò in mare il carico di tea di alcune navi giunte nel porto di
Boston. Da qui iniziò il ricorso alle armi da parte dei coloni americani. Il re Giorgio III di
Inghilterra decise di opporre le sue truppe contro i ribelli delle colonie, per riportare l’ordine e
l’obbedienza. Nell’ aprile 1775, truppe inglesi si scontrarono con reparti di coloni a Lexington e a
Concord. Le ostilità erano ormai aperte. Un congresso di delegati delle colonie riunitosi a
Filadelfia organizzò un esercito di volontari, affidandone il comando a George Washington. Ciò
malgrado, le colonie americane esitavano di fronte all’idea di una separazione netta dalla
Inghilterra: il congresso tentò dunque di giungere ad un accordo. Ma re Giorgio III respinse ogni
forma di compromesso, ritenendo i coloni americani dei ribelli. La rottura fu definitiva ed al
congresso non rimase che proclamare il 4 luglio 1776 una solenne Dichiarazione d’ indipendenza
delle colonie. Nasceva così il primo nucleo degli Stati Uniti. Mentre Washington cercò di dare un
assetto militare ai suoi ribelli contro la Gran Bretagna, un grande diplomatico Benjamin Franklin
decise di prendere contatti con le altre potenze europee per avere degli alleati contro l’Inghilterra.
Così Francia, Spagna e Olanda decisero di scendere in campo contro gli inglesi per via di vecchi
conti da regolare con essi. E l’esercito inglese venne sconfitto a Yorktown in Virginia, nel 1781.
L’Inghilterra si decise allora a firmare la pace e, col trattato di Parigi del 1783 riconobbe
l’indipendenza delle colonie americane. Quando la guerra ebbe fine, gli americani si trovarono a
discutere un problema importantissimo: che tipo di Stato dovevano organizzare? La costituzione
approvata nel 1787 da un’assemblea composta da rappresentanti di tutte le colonie, stabilì che il
nuovo Stato fosse di tipo federale. Ogni Stato, cioè, avrebbe deciso da solo, con un proprio
governatore ed una propria assemblea, i propri problemi interni. Un solido governo centrale
avrebbe invece provveduto ai problemi comuni a tutti gli stati che avrebbero dato vita agli Stati
Uniti d’America. La costituzione, in vigore ancora oggi con poche modifiche, è molto agile: il
capo dello Stato e del governo è un presidente eletto dal popolo. Il potere legislativo spetta a due
assemblee composte da rappresentanti di tutti gli stati, la camera dei rappresentanti ed il senato. Il
potere giudiziario è affidato ad una magistratura indipendente. Primo presidente americano fu
George Washington. La Dichiarazione d’ indipendenza diceva con chiarezza che tutti gli uomini, e
quindi anche tutti gli abitanti degli Stati Uniti erano liberi ed uguali. Ma era così per tutti? Gli
indiani, per esempio che occupavano enormi territori sui quali potevano estendersi milioni di
coloni, come venivano considerati? E la schiavitù dei negri? I quali erano costretti a sottostare ai
padroni e lavorare duramente nelle piantagioni. Proclamare la libertà politica come diritto di tutti e
perseguitare gli indiani o schiavizzare i negri era certo una contraddizione profonda. Questioni
sociali che tormentarono duramente la nascita degli Stati Uniti e l’avvento della democrazia.
Federazione: lega di Stati, di cui ciascuno ha le proprie leggi, ma sono poi retti tutti da una
Costituzione comune.
Confederazione: unione politica di più Stati con degli interessi comuni a livello internazionale.
Alcuni articoli costituzionali americani: art.1: tutti i poteri legislativi sono conferiti ad un Congresso
degli Stati Uniti composto da un senato e da una camera dei rappresentanti. Art.2: Il presidente degli
Stati Uniti sarà investito del potere esecutivo. Art.3: Il potere giudiziario viene affidato ad una corte
suprema ed a quelle corti che il congresso può istituire. Il giudizio per tutti i crimini dovrà avvenire
mediante giuria.


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