Anacreonte nacque a Teo, in Asia_Minore, intorno al 570 a.C. e combatté, perdendo lo scudo come Archiloco e Alceo, contro l’invasione persiana, dovendo tuttavia abbandonare la patria a seguito della sconfitta. Visse a lungo alla corte di Policrate di Samo, dove incontrò Ibico e Simonide, dei Pisistratidi ad Atene e degli Aleuadi in Tessaglia.
Una leggenda narra che sia morto piuttosto vecchio per un acino d’uva. La sua opera, ordinata in Età Alessandrina, consta di 5 o 6 libri (di cui ci rimangono 160 frammenti) di Scolii, ionici quanto al dialetto, ma eolici quanto al contenuto, che trattano di temi vari tra cui, soprattutto, quelli del convivio e dell’amore.
La sua ispirazione non è profonda come quella di Saffo ed Alceo, ma è caraterizzata da un sentimentalismo leggero e superficiale attraverso il quale Anacreonte cerca di consolarsi dalle sventure e di cantare efebi (soprattutto Batillo) e cortigiane. Numerose furono le imitazioni che della sua poesia si fecero Nell’Età Ellenistica in monotone ripetizioni dei temi conviviali ed erotici dette Anacreontiche.
A Roma questo genere si diffuse di più delle opere autentiche. Orazio è considerato un continuatore dei modi e dei toni di Anacreonte. Alla figura di Anacreonte è dedicata una nota opera / Balletto di Jean-Philippe Rameau, l’Anacréon.
Anacreonte frasi, citazioni e frammenti
- Cenai con un piccolo pezzo di focaccia, ma bevvi avidamente un’anfora di vino; ora l’amata cetra tocco con dolcezza e canto amore alla mia tenera fanciulla.
- Eros qual fabbro con un grande maglio di nuovo m’ha colpito, nel torrente invernale m’ha tuffato.
- Via, che così non si beve, tra sghignazzi ed ululati, alla maniera scitica: ma sorso per sorso, al ritmo degli inni dolci.
- Egli non mette la sbarra alla porta: dorme tranquillo.
Ἐρέω τε δηὖτε χοὐχ ἐρέω
χαὶ μαίνομαι χοὐ μαίνομαι.“Di nuovo amo e non amo,
son folle e non son folle”.
Anacreonte Fr. 46 G.
- La guerra non risparmia i valorosi ma i codardi.
- Non mi piace chi beve presso un cratere colmo narrando risse e guerre lacrimose, ma chi mescendo amore e poesia, non pensa che al piacere diletto.

Dopo aver letto le frasi più famose di Anacreonte una bella poesia dello stesso autore è d’obbligo; eccone una riportata parafrasando nel linguaggio odierno:
Nacqui mortale, è vero,
E l’aspro sentiero degli uomini
cammino ancora adesso.
La via passata la conosco già;
Quella che dovrò percorrere invece,
Chi la conosce?
Su via dunque, da me
Volgi lontano il piede,
Cura molesta.
Feco non ho che fare.
Vanne, non tardare,
Cura funesta.
Prima che stanco infine
del mio dubbioso cammino
tocchi la meta,
Io vado fra Bacco e Amori,
Io vado colpendo tutt’ora
La vita lieta.