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Il rapporto dell’upupa con l’uomo e le origini del nome

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Nella foto un’Upupa con un insetto nel becco.

Uno degli uccelli che preferisco è l’upupa: vediamo quali sono le origini linguistiche del nome che tutt’oggi viene utilizzato nella lingua italiana per indicare questo famoso volatile.

  1. Chiamata “Pupusa” in sardo, pare si dica “pu-pu” in sumero.
  2. Nell’antica Persia, le upupe venivano viste come simboli di virtù: nel poema Il Verbo degli uccelli, ad esempio, il capo degli uccelli è proprio un’upupa.
  3. Nella lingua sarda logudorese una ragazza che si pavoneggia ( vanitosa) la indicano come una pubusa.
  4. Nell’antico Egitto, l’upupa veniva considerata un uccello sacro, era proibito ucciderla e spesso veniva raffigurata su tombe e templi.
  5. Nella mitologia greca e latina l’upupa è invece ritenuta un essere spregevole.
  6. In Scandinavia l’avvistamento di un’upupa era associato a una guerra imminente.

L’upupa euroasiatica è un uccello di taglia media, lungo 25-32 cm (9.8-12.6 in), con un’apertura alare di 44-48 cm (17-19 in). Pesa 46-89 g (1.6-3.1 oz). La specie è altamente distintiva, con un becco affusolato lungo e sottile che è nero con una base fulva. La muscolatura rinforzata della testa consente di aprire il becco durante la ricerca all’interno del terreno. L’upupa ha ali larghe e arrotondate capaci di volare con forza, difatti sono le ali più grandi nella sottospecie migratoria settentrionale. L’upupa ha un caratteristico volo ondeggiante, simile a quello di una farfalla gigante, causato dalle ali che si chiudono a metà alla fine di ogni battito o di una breve sequenza di battute. Gli adulti possono iniziare la loro muta dopo la stagione riproduttiva e continuare dopo essere migrati per l’inverno. La chiamata è tipicamente un trisillabico “oop-oop-oop” (o almeno questo è come il verso dovrebbe essere, almeno per iscritto), che secondo molti è la vera caratteristica ad aver segnato il suo nome in molte culture.

Il rapporto dell’upupa con l’uomo

La dieta dell’upupa eurasiatica include molte specie considerate dagli umani come parassiti, come le pupe della falena processionaria, un parassita della foresta dannoso; per questo motivo la specie è stata spesso protetta dalla legge in molti paesi: è un uccello amico dell’uomo, almeno dal punto di vista della dieta.

Le upupe hanno avuto un impatto culturale su gran parte dei popoli; erano considerate sacre nell’antico Egitto ed erano raffigurate addirittura sulle pareti di tombe e templi; nell’Antico Regno, l’upupa era usata nell’iconografia come un codice simbolico per indicare che il bambino era l’erede e il successore di suo padre. Le Upupe raggiunsero una considerazione simile nella Creta minoica.

Nella Torah le upupe erano elencate tra gli animali che non dovrebbero essere mangiati.

Gli upupa erano visti come un simbolo di virtù in Persia; nella tradizione estone, l’upupa è strettamente connessa con la morte e gli inferi; si crede che la loro canzone prefiguri la morte; l’upupa è il re degli uccelli nell’antica commedia greca “Gli uccelli” di Aristofane.


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