Euripide nacque nella regione o nell’isola di Salamina, sembra avesse origine modesta, ma ciò non gli impedì di guadagnarsi l’ammirazione di Socrate.
« Il pensiero successivo è immancabilmente più saggio. » |
Euripide (in greco, Εὐριπίδης; in latino, Euripides) (Salamina, 23 settembre 480 a.C. – Pella, 406 a.C.) è stato un drammaturgo greco antico.
È considerato, insieme ad Eschilo e Sofocle, uno dei maggiori poeti tragici greci.
Pur essendo un uomo riservato, esercitò per un certo tempo la funzione di sacerdote di Zeus a Fila e fece parte anche di un’ambasciata ateniese inviata a Siracusa.
Quasi alla fine della sua vita, abbandonò Atene; rimase per qualche anno a Magnesia, in Tessaglia, quindi presso la corte del re Archelao di Macedonia.
Qui, ad ottant’anni morì, dopo aver scritto alcune tragedie. Ebbe tre figli, uno dei quali, anche egli di nome Euripide, si prese carico della rappresentazione postuma di alcune opere del padre.
Attività letteraria di Euripide (breve analisi)
La letteratura di Euripide è molto diversa da quella di Eschilo e di Sofocle. Questi ultimi scrivevano secondo i dogmi stabiliti, mentre Euripide li contestava, trovandoli privi di senso.
La curiosità scientifica lo spingeva alla ricerca di cause naturali a fenomeni considerati soprannaturali. Lo scetticismo di Euripide non poteva ammettere a lungo l’idea che gli dei mantenessero l’ordine nell’universo. Ma se anche fosse stato così, non c’era certo da rallegrarsi. Le credenze che gli ateniesi accettavano senza discussione, non erano accettate da Euripide, egli riteneva che gli dei dell’Olimpo si mostrassero, crudeli e mossi da desideri che in un essere umano sarebbero stati vergognosi.
A suo parere gli dei erano meno nobili di un uomo o di una donna di qualità. Metteva in scena nei suoi dramma la crudezza devastatrice, come nelle Le Baccanti, o la utilizzava per porre fine a situazioni inestricabili, come nell’Elettra.
O come nell’Ippolito, dove li presenta come forze contrastanti che personificano i moventi e gli impulsi dei personaggi.
Proprio nei personaggi, troviamo tutta la grandezza dell’opera di Euripide.
L’interesse continuo per l’umanità e per i suoi comportamenti conferisce alle sue tragedie una forza che sfida l’usura del tempo.
Euripide visse nell’epoca della Guerra del Peloponneso e, come Aristofane, odiava quella guerra e i danni che provocava. La sua requisitoria contro i guerrieri nelle Le Troiane è incompleta, dà solo una successione di scene tragiche su un tema unico. Ma la sua perorazione non perde di vigore, ed è per questo che Euripide avrà sempre i suoi lettori.
Schema riassuntivo opere scritte da Euripide
Delle 92 tragedie da lui scritte, ce ne sono giunte solo 17, tra cui:
- Alcesti
- Elettra
- Ippolito
- Ipsipile (ne sono pervenuti solo dei frammenti)
- Le Baccanti
- Medea
- Reso
- Le Troiane
- Elena
- Ifigenia in Aulide
- Ifigenia in Tauride
- Le Fenicie